La legna è un ottimo combustibile perché offre un’alternativa ai prodotti derivati dal petrolio ed è facilmente disponibile. Inoltre è energia rinnovabile, in quanto è una fonte quasi neutra rispetto alle emissioni di gas ad effetto serra perché la quantità di biossido di carbonio (CO2) emesso durante la sua combustione è pari a quella assorbita attraverso il processo di fotosintesi nel corso della vita vegetativa della pianta da cui quella legna deriva.
Durante la combustione la legna emette in atmosfera anche altre sostanze, dannose per la salute e l’ambiente come:
La combustione delle biomasse legnose, insieme ai trasporti e all’agricoltura, costituisce una fonte di polveri sottili in atmosfera. La quantità di emissioni inquinanti prodotte dalla combustione della legna dipende da tanti fattori:
La parte prevalente delle emissioni di particolato proviene da stufe e caminetti obsoleti, che impiegano tecnologie di combustione superate. Gli apparecchi più moderni producono, a parità di legna consumata, molte meno polveri fini, monossido di carbonio e composti organici volatili. Un vantaggio che non è solo ambientale ma anche economico: infatti le stufe moderne sono altamente efficienti e permettono di consumare meno combustibile a parità di calore prodotto.
Le migliori stufe e caldaie sul mercato sono identificate con un numero crescente di “stelle”, fino ad un massimo di 5, a cui corrisponde il livello delle prestazioni riscontrate in termini di rendimento ed emissioni, come indicato nel decreto ministeriale n. 186 del 7 gennaio 2017.
Altrettanto importante è l’utilizzo di combustibili legnosi certificati: per il pellet c’è la certificazione ENplus®, mentre la legna da ardere e il cippato di qualità sono identificati dalla certificazione Biomassplus®.
È inoltre necessaria la corretta installazione e manutenzione dell’apparecchio, sia per assicurare minori emissioni sia per garantire la massima sicurezza in casa. Per un riscaldamento a legna pulito e sicuro sono quindi necessari:
A differenza delle stufe a pellet, la cui conduzione è facilitata dal sistema automatizzato, le stufe che utilizzano legna da ardere richiedono alcuni semplici accorgimenti per essere utilizzate in modo pulito ed efficiente. Anche l’apparecchio di migliore qualità, infatti, può perdere molta della propria efficienza se viene utilizzato in modo sbagliato.
Per essere sicuri di minimizzare le emissioni di particolato in atmosfera, basta seguire questi dieci semplici consigli d’uso del riscaldamento a legna.
Il nuovo Accordo di Bacino Padano e la successiva D.G.R. n. 238 del 2 marzo 2021 stabiliscono, su tutto il territorio regionale del Veneto, esclusa la zona “Prealpi e Alpi “, il divieto di combustione di biomasse per stufe inferiori alla categoria ambientale “3 stelle”.
In condizioni di allerta di primo livello (arancione) e secondo livello (rosso), il divieto si estende agli apparecchi inferiori a “4 stelle.
Questi divieti, applicati mediante apposite ordinanze sindacali, non si applicano nella zona “Prealpi e Alpi” e nei casi in cui l’impianto a biomassa sia l’unico sistema di riscaldamento dell’edificio.
L’ allerta di primo livello (arancione) scatta dopo 4 giorni di superamento consecutivo del valore limite giornaliero del PM10, mentre dopo 10 giorni consecutivi di superamento dello stesso limite si passa all’allerta di secondo livello (rosso).
Sul sito di Arpa Veneto è disponibile il bollettino di allerta PM10 con tutte le informazioni necessarie ai cittadini per conoscere in tempo reale la situazione degli accumuli di sostanze inquinanti in atmosfera.
In base all’Accordo di Bacino Padano e alla D.G.R. n. 238 del 2 marzo 2021 è stato previsto l’obbligo, in tutta la Regione del Veneto, che nelle nuove installazioni gli apparecchi alimentati a biomasse combustibili solide siano certificati almeno “4 stelle”.
In base all’Accordo di Bacino Padano e alla D.G.R. n. 238 del 2 marzo 2021, in tutta la Regione vige l’obbligo di utilizzare solo pellets di qualità certificata A1 secondo la norma tecnica di riferimento UNI EN ISO 17225-2.
Per poter realizzare un impianto efficiente e garantito sotto il profilo della sicurezza è fondamentale rivolgersi a professionisti abilitati e competenti, che adottano specifici criteri nella fase progettuale:
Ogni installatore deve essere abilitato dalla Camera di Commercio ai sensi del Decreto Ministeriale 37/2008 e aver seguito i corsi di aggiornamento o di qualifica per installare gli impianti alimentati a fonti di energia rinnovabili. Dopo l’installazione e il collaudo, l’installatore rilascia due documenti che il proprietario della stufa deve conservare e presentare in caso di controllo da parte delle autorità competenti e ai successivi interventi di manutenzione:
1 – Analisi delle esigenze dell’utente finale
2 – Verifica del locale di installazione
3 – Valutazione del fabbisogno termico dei locali da riscaldare
4 – Corretto dimensionamento del generatore e del sistema fumario
5 – Sottoscrizione di un preventivo dettagliato
6 – Installazione dell’impianto termico
7 – Messa in servizio e collaudo dell’impianto
8 – Rilascio della documentazione all’utente finale
Per garantire al generatore lunga vita, sicurezza e minori emissioni è indispensabile eseguire regolarmente il controllo dell’apparecchio, rivolgendosi ad un manutentore abilitato dalla Camera di Commercio ai sensi del Decreto Ministeriale 37/2008 e che abbia seguito i corsi di aggiornamento o di qualifica per installare impianti a fonti di energia rinnovabile.
Pochi millimetri di fuliggine riducono il tiraggio in modo significativo, provocando una cattiva combustione, più incombusti e più inquinamento. Con la manutenzione l’impianto torna alle condizioni di progetto. La fuliggine che si accumula si può incendiare provocando danni devastanti se il camino non è stato progettato correttamente.
ATTENZIONE: Ogni anno in Italia oltre 10.000 incendi sono provocati dall’installazione non conforme dell’impianto fumario e dalla mancata manutenzione dello stesso.
La manutenzione della canna fumaria è fondamentale dal punto di vista della sicurezza, della vita degli apparecchi e dell’efficienza della combustione.
La frequenza delle pulizie dipende da quanto viene utilizzato l’apparecchio: la norma prescrive la pulizia del camino ogni 40 quintali di legna o pellet bruciati, ovvero, nella maggioranza dei casi, non meno di una volta l’anno!
Tiraggio inadeguato, fuliggine che si deposita sul pavimento del focolare, odore di fumo in casa sono segnali che indicano la necessità di pulire la canna fumaria.
Il materiale di realizzazione della canna fumaria (ghisa, acciaio, plastica) influisce sia sulla sua efficienza che sulle modalità di pulizia. Anche per questo è fondamentale rivolgersi a operatori professionali qualificati.
Assessorato all’Ambiente – Clima – Protezione civile – Dissesto idrogeologico
Area Tutela e Sicurezza del Territorio
Direzione Ambiente e Transizione Ecologica