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Per un'Aria pulita

Biomassa

Come riscaldarsi con la legna

La legna è un ottimo combustibile perché offre un’alternativa ai prodotti derivati dal petrolio ed è facilmente disponibile. Inoltre è energia rinnovabile, in quanto è una fonte quasi neutra rispetto alle emissioni di gas ad effetto serra perché la quantità di biossido di carbonio (CO2) emesso durante la sua combustione è pari a quella assorbita attraverso il processo di fotosintesi nel corso della vita vegetativa della pianta da cui quella legna deriva.
Durante la combustione la legna emette in atmosfera anche altre sostanze, dannose per la salute e l’ambiente come:

  • Particolato (PM 10-2,5-1).
  • Idrocarburi policiclici aromatici (IPA).
  • Sostanze organiche volatili (VOC).
  • Gas inorganici (NOx, CO, SO2).
famiglia con candela
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Da cosa dipendono le emissioni

La combustione delle biomasse legnose, insieme ai trasporti e all’agricoltura, costituisce una fonte di polveri sottili in atmosfera. La quantità di emissioni inquinanti prodotte dalla combustione della legna dipende da tanti fattori:

  • tipo di apparecchi in cui avviene la combustione;
  • completezza del processo di combustione nel braciere;
  • tipologia di combustibile e umidità dello stesso.

La parte prevalente delle emissioni di particolato proviene da stufe e caminetti obsoleti, che impiegano tecnologie di combustione superate. Gli apparecchi più moderni producono, a parità di legna consumata, molte meno polveri fini, monossido di carbonio e infatti le stufe moderne sono altamente efficienti e permettono di consumare meno combustibile a parità di calore prodotto.

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Qualità lungo tutta la filiera

Le migliori stufe e caldaie sul mercato sono identificate con un numero crescente di “stelle”, fino ad un massimo di 5, a cui corrisponde il livello delle prestazioni riscontrate in termini di rendimento ed emissioni, come indicato nel decreto ministeriale n. 186 del 7 gennaio 2017.
Altrettanto importante è l’utilizzo di combustibili legnosi certificati: per il pellet c’è la certificazione ENplus®, mentre la legna da ardere e il cippato di qualità sono identificati dalla certificazione Biomassplus®.
È inoltre necessaria la corretta installazione e manutenzione dell’apparecchio, sia per assicurare minori emissioni sia per garantire la massima sicurezza in casa. Per un riscaldamento a legna pulito e sicuro sono quindi necessari:

  • una stufa o caldaia moderna, efficiente e performante;
  • un’installazione corretta, eseguita da professionisti abilitati;
  • l’uso di biocombustibili certificati di qualità;
  • manutenzione e pulizia periodiche.

Dieci regole per la corretta combustione della legna

A differenza delle stufe a pellet, la cui conduzione è facilitata dal sistema automatizzato, le stufe che utilizzano legna da ardere richiedono alcuni semplici accorgimenti per essere utilizzate in modo pulito ed efficiente. Anche l’apparecchio di migliore qualità, infatti, può perdere molta della propria efficienza se viene utilizzato in modo sbagliato.

Per essere sicuri di minimizzare le emissioni di particolato in atmosfera, basta seguire questi dieci semplici consigli d’uso del riscaldamento a legna.

legno
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  1. Accendere il fuoco dall’alto, utilizzando accendi-fuoco o piccoli pezzetti di legna. La legna va disposta collocando in basso i pezzi di maggiori dimensioni e via via quelli più piccoli, senza sovraccaricare il focolare. La carica deve essere accesa dall’alto e non dal basso per una combustione più lenta e controllata. Verificare comunque sul libretto di istruzioni un’eventuale diversa modalità.
  2. Gestire in modo stabile la combustione, perché la produzione di inquinanti aumenta in caso di continui spegnimenti e accensioni del focolare. È sufficiente caricare nuova legna solo quando si è formato un letto di braci, non mentre vi è ancora la fiamma.
  3. Assicurare la quantità ottimale di aria, che contiene l’ossigeno necessario per la corretta combustione. Lasciare spazio tra legna e pareti del focolare perché l’aria comburente possa circolare e la fiamma risulti sempre vivace. Ridurre l’ingresso dell’aria genera maggiore inquinamento allungando la durata della fiamma a scapito di emissioni e rendimento. Inoltre, facilita la formazione di grumi di creosoto, materiale simile al catrame, che può danneggiare l’impianto e anche provocarne l’incendio. L’aria per la combustione va chiusa solo nel momento in cui la brace rimane senza fiamma, per far sì che la stufa si raffreddi lentamente.
  4. Tenere sempre chiuso lo sportello della camera di combustione, per evitare di inquinare l’interno dell’abitazione. Se si sente odore di fumo, areare bene i locali e far controllare l’apparecchio e il tiraggio della canna fumaria.
  5. Collocare la stufa a ridosso di una parete interna o in mezzo ad un locale, non addossarla ad una parete perimetrale.
  6. Usare sempre legna vergine, non trattata.. Non usare legna dolce: conifere, pioppi, ontani, salici, ecc., producono molto fumo e fuliggine. La legna da ardere più adatta è quella proveniente da querce, olmi, frassini, lecci e faggi; la legna di castagno può essere adatta solo se stagionata a lungo, per evitare l’eccessiva produzione di fumo.
  7. Non bruciare mai cassette della frutta, bancali, giornali, cartoni, tetrapack o pezzi di mobili: inchiostro, coloranti, vernici, anche se non sempre visibili, attraverso la combustione generano sostanze molto pericolose per la salute umana.  Non utilizzare per l’accensione tondelli, ramaglie o carta.
  8. Usare combustibili certificati o da filiera locale e tracciata e impiegare pezzi di piccole dimensioni, spaccati piuttosto che tondi. Se si usa la legna, assicurarsi che abbia un contenuto idrico inferiore al 20% (tale valore può essere facilmente rilevato con degli apparecchi di piccole dimensioni e costi contenuti).
  9. Depositare la legna stoccata per la stagionatura in un luogo aperto almeno su tre lati e seccarla per almeno due anni prima di utilizzarla. L’umidità in eccesso fa diminuire il potere calorifico del legno e non consente di raggiungere temperature sufficientemente elevate in camera di combustione. È comunque bene portare in casa la legna il giorno prima del suo utilizzo.
  10. Controllare il fumo che esce dal camino. Dopo un quarto d’ora circa dall’avvio della combustione, il fumo diventa invisibile se l’accensione e la combustione sono svolte correttamente. Il fumo scuro e denso indica una combustione non corretta e più inquinante. Una buona combustione produce fumi quasi invisibili all’uscita del camino, nessun odore sgradevole, poca fuliggine, cenere fine bianco-grigia, una fiamma da blu a rosso chiaro.

Regole di utilizzo

Il nuovo Accordo di Bacino Padano e la successiva D.G.R. n. 238 del 2 marzo 2021 stabiliscono, su tutto il territorio regionale del Veneto, esclusa la zona “Prealpi e Alpi “, il divieto di combustione di biomasse per stufe inferiori alla categoria ambientale “3 stelle”.

In condizioni di allerta di primo livello (arancione) e secondo livello (rosso), il divieto si estende agli apparecchi inferiori a “4 stelle”.

Questi divieti, applicati mediante apposite ordinanze sindacali, non si applicano nella zona “ Prealpi e Alpi ” e nei casi in cui l’impianto a biomassa sia l’unico sistema di riscaldamento dell’edificio.

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Regole di installazione

In base all’Accordo di Bacino Padano e alla D.G.R. n. 238 del 2 marzo 2021 è stato previsto l’obbligo, in tutta la Regione del Veneto, che nelle nuove installazioni gli apparecchi alimentati a biomasse combustibili solide siano certificati almeno “4 stelle”.

Requisiti per il pellet

In base all’Accordo di Bacino Padano e alla D.G.R. n. 238 del 2 marzo 2021, in tutta la Regione vige l’obbligo di utilizzare solo pellets di qualità certificata A1 secondo la norma tecnica di riferimento UNI EN ISO 17225-2.

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Progettazione

Per poter realizzare un impianto efficiente e garantito sotto il profilo della sicurezza è fondamentale rivolgersi a professionisti abilitati e competenti, che adottano specifici criteri nella fase progettuale:

  • rispetto della legislazione e della normativa tecnica vigente in materia
  • dimensionamento dell’impianto coerente con i fabbisogni energetici del committente
  • attenta valutazione dell’integrazione di tutti i componenti dell’impianto (generatore, stoccaggio, ecc.) e dell’eventuale interfaccia con altre fonti di calore
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Installazione

Ogni installatore deve essere abilitato dalla Camera di Commercio ai sensi del Decreto Ministeriale 37/2008 e aver seguito i corsi di aggiornamento o di qualifica per installare gli impianti alimentati a fonti di energia rinnovabili. Dopo l’installazione e il collaudo, l’installatore rilascia due documenti che il proprietario della stufa deve conservare e presentare in caso di controllo da parte delle autorità competenti e ai successivi interventi di manutenzione:

  • la Dichiarazione di Conformità, che attesta che l’impianto è stato installato secondo la regola dell’arte
  • il libretto d’impianto, che viene compilato dall’installatore alla prima accensione e che deve essere aggiornato dal manutentore a ogni manutenzione periodica. Il libretto va registrato nel Catasto Regionale degli Impianti Termici (CIRCE).

Maggiori informazioni sono disponibili nella pagina web regionale della struttura competente: Energia

Che cosa richiede un’installazione a regola d’arte?

  1. Analisi delle esigenze dell’utente finale
  2. Verifica del locale di installazione
  3. Valutazione del fabbisogno termico dei locali da riscaldare
  4. Corretto dimensionamento del generatore e del sistema fumario
  5. Sottoscrizione di un preventivo dettagliato
  6. Installazione dell’impianto termico
  7. Messa in servizio e collaudo dell’impianto
  8. Rilascio della documentazione all’utente finale

Manutenzione dell’apparecchio

Per garantire al generatore lunga vita, sicurezza e minori emissioni è indispensabile eseguire regolarmente il controllo dell’apparecchio, rivolgendosi ad un manutentore abilitato dalla Camera di Commercio ai sensi del Decreto Ministeriale 37/ 2008 e che abbia seguito i corsi di aggiornamento o di qualifica per installare impianti a fonti di energia rinnovabile.

Pochi millimetri di fuliggine riducono il tiraggio in modo significativo, provocando una cattiva combustione, più incombusti e più inquinamento. Con la manutenzione l’impianto torna alle condizioni di progetto. La fuliggine che si accumula si può incendiare provocando danni devastanti se il camino non è stato progettato correttamente.

ATTENZIONE: Ogni anno in Italia oltre 10.000 incendi sono provocati dall’installazione non conforme dell’impianto fumario e dalla mancata manutenzione dello stesso.

Pulizia della canna fumaria

La manutenzione della canna fumaria è fondamentale dal punto di vista della sicurezza, della vita degli apparecchi e dell’efficienza della combustione.

Quanto spesso è necessario eseguire la pulizia della canna fumaria?

La frequenza delle pulizie dipende da quanto viene utilizzato l’apparecchio: la norma prescrive la pulizia del camino ogni 40 quintali di legna o pellet bruciati, ovvero, nella maggioranza dei casi, non meno di una volta l’anno.
Tiraggio inadeguato, fuliggine che si deposita sul pavimento del focolare, odore di fumo in casa sono segnali che indicano la necessità di pulire la canna fumaria.

Il materiale di realizzazione della canna fumaria (ghisa, acciaio, plastica) influisce sia sulla sua efficienza che sulle modalità di pulizia. Anche per questo è fondamentale rivolgersi a operatori professionali qualificati.

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